Complicanze comuni

In alcuni casi si può verificare, a distanza di settimane o mesi dall’intervento, una stenosi esofagea , ovvero un restringimento della cicatrice, una specie di strozzatura a “clessidra”.

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Come si presenta una stenosi esofagea

Si può ipotizzare una stenosi quando il bambino non riesce a deglutire o sembra “ingorgarsi” dopo i primi sorsi, con conseguente tosse e mancanza del respiro (apnea). Questo stato di malessere tende a portarlo al rifiuto del cibo, specie quello solido. Quando si sospetta una stenosi è bene contattare il reparto, perché in questo caso è necessario un controllo radiologico, endoscopico (o entrambi) per definire la diagnosi e procedere all’eventuale trattamento. L’endoscopia è una pratica non particolarmente dolorosa né troppo invasiva ma viene eseguita in sedazione,. Gli endoscopisti inseriscono un tubicino con una lente (endoscopio) per vedere l’esofago dall’interno e se trovano un restringimento lo dilatano per riportare l’esofago al calibro giusto. E’ importante, per tutti i genitori di bambini con AE, familiarizzare con i termini spesso usati dai medici per descrivere le condizioni dell’esofago: il calibro indica il diametro dell’apertura dell’esofago, il lume invece è lo spazio interno all’esofago.

Qui trovate una presentazione dettagliata  su stenosi e dilatazione del dott. Torroni.

Di seguito trovate due animazioni in 3D, realizzate in collaborazione con Lab Creation di Mesagne (BR) che ci aiutano a visualizzare due tipi di interventi per dilatare la stenosi, uno effettuato con una sonda pneumatica (palloncino), l’altro con uno strumento chiamato dilatatore di Savary:

Un’altra complicazione che può insorgere dopo l’intervento, è il reflusso gastro-esofageo (RGE), ovvero la risalita in esofago di cibo e di materiale acido proveniente dallo stomaco. Questa condizione è molto comune nei piccoli operati di AE può dipendere dal fatto che il cardias (la valvola che regola l’apertura tra esofago e stomaco) è indebolito e non “chiude bene”, oppure da una lentezza e incoordinazione dei muscoli dell’esofago che non riescono a compiere validi movimenti, detti peristaltici, per far scendere il cibo nello stomaco.

Cliccando qui trovate una presentazione dettagliata su come si presenta e cura il MRGE della dottoressa Caldaro.

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Reflusso

Tra i sintomi del reflusso ci sono vomiti frequenti, irrequietezza, sudorazione, tosse notturna, frequenti infezioni respiratorie, interruzioni improvvisa del respiro (crisi di apnea). Il reflusso può avere intensità e gravità diversa. In genere viene trattato efficacemente con farmaci che bloccano la produzione di acido gastrico. Quando invece il reflusso diventa non solo patologico (malattia del riflusso gastro-esofageo MRGE) ma non controllabile nonostante il massimo della terapia medica, viene consigliato un intervento chirurgico di plastica anti-refusso, chiamato fundoplicatio.

Se il bambino aveva anche una fistola di collegamento tra trachea ed esofago, che è stata chiusa con l’intervento, anche la trachea potrebbe risentire dei postumi dell’intervento. Alcuni casi possono presentare una tracheomalacia, ciò significa che la cartilagine della trachea si affloscia o “collassa” durante la respirazione, rendendola più rumorosa, affannosa e provocando tosse tipica (abbaiante). Questa complicanza generalmente si risolve con la crescita ma in casi selezionati può richiedere anche una ulteriore correzione chirurgica mirata alla trachea.

Tra le complicanze più comuni si riscontrano difficoltà di vario genere e grado di alimentazione, deglutizione, disfagia e avversione al cibo. Una volta escluse cause meccaniche legate al riflusso o alle stenosi, è importante far valutare il bambino da disfagisti specializzati per inserirlo, se necessario, in un percorso di riabilitazione alla deglutizione, alla masticazione e in generale alla nutrizione. In questa presntazione molto dettagliata, la dott. Antonella Cerchiari, del Bambin Gesù di Palidoro, illustra come il centro di disfagia aiuti i bambini ad affrontare i problemi di alimentazione e disfagia (dott. Antonella Cerchiari).

Per tutti i pazienti di atresia esofagea è fondamentale essere inseriti in un programma adeguato di follow-up che deve proseguire, con tempi e modalità diverse, anche nell’età adulta. Pochi centri ospedalieri in Italia e nel mondo offrono questo servizio, la maggior parte dei pazienti sono lasciati dopo i primi anni, a se stessi e alle cure, da adulti, di gastroenterologi che non hanno familiarità con questa patologia. Per questo è importante conoscere le tappe del follow up. In questa presentazione della Dott. Laura Valfrè si illustrano gli aspetti chiave di un buon porgramma di follow-up.