Finalmente i medici si parlano tra loro!

Tema centrale dell’incontro all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù del 17 Gennaio 2015 a cui siete interventi in tanti, oltre 60 persone, è stato il follow-up, ovvero il programma di visite di controllo coordinate tra diversi specialisti, per seguire la crescita dei bambini, valutare eventuali problemi che insorgano nel tempo e, soprattutto, prevenire i rischi collegati al reflusso, alle stenosi e alle altre complicazioni possibili post-intervento. L’OPBG è uno dei pochi centri in Italia e Europa che, ancora con dei limiti organizzativi, ha avviato questo programma dedicato in modo specifico all’AE, integrando le competenze di pediatri, endoscopisti, psicologi e disfagisti. Il dott Conforti ha presentato il programma di follow-up e le sue tappe fondamentali.

Come FATE salutiamo con molto entusiasmo questa iniziativa e cercheremo di monitorarne l’applicazione in concreto, segnalando successi e disfunzioni. Sarà molto utile anche la collaborazione con l’equipe di coordinamento per raccogliere dati di lungo periodo e fare ricerche sulla qualità della vita dei pazienti, fino all’età adulta.

Durante l’incontro abbiamo chiarito insieme ai medici quali sono i problemi più frequenti che si possono manifestare nella fase post-operatoria: le stenosi e la necessità delle dilatazioni, di cui ha parlato il dott. Torroni, di cui trovate qui la  presentazione, e la malattia da reflusso gastro-esofageo di cui ha parlato la dottoressa  Caldaro.

E’ stata un’occasione importante anche per noi di FATE per incontrarci, per la prima volta abbiamo conosciuto tanti soci venuti da tutta Italia e abbiamo ricevuto nuove iscrizioni…ora siamo a quota 43 famiglie, ma contiamo che alcuni dei participanti di ieri si iscrivano nei prossimi giorni. Cristina Duranti ha presentato l’Associazione ai medici e alle famiglie intervenuti e qui ne trovate le slide.

Nel pomeriggio ci siamo poi incontrati per conoscerci meglio con una trentina di partecipanti e abbiamo raccolto idee e suggerimenti per le attività da svolgere in futuro. Abbiamo registrato le tante difficoltà con cui si confrontano le famiglie, e la solitudine che ancora molti patiscono. Abbiamo insistito tutti sull’importanza di condividere informazioni semplici e accurate, anche tra i medici, che non sempre sono aggiornati sulle nuove tenciche, sui programmi di controllo, sugli incontri nazionali e internazionali. Tutti i partecipanti si sono impegnati a contattare i propri medici e ospedali per presentare FATE e invitare a mettere i genitri e i pazienti in contatto con noi.

Alcuni soci si sono offerti di aiutarci a tradurre materiali gia disponibili in inglese per diffonderli in Italia e altri a partecipare agli incontri futuri di EAT.

Tutti hanno ribadito l’importanza di fare pressione su tutti i centri italiani perchè i casi più difficili, long-gap, recidive, etc vengano indirizzati nei centri di eccellenza, in Italia e in Europa, dove c’è una maggore casistica documentata e capacità di offire cure e assistenza integrata. Tra questi il Bambin Gesù di Roma rimane il punto di riferimento per il Centro-Sud.

Ma per tutti i centri dove si tratta l’AE abbiamo concordato quanto sia importante insistere che i vari specialisti interessati all’AE (pediatri, chirurghi, endoscopisti, broncopneumologi, gastroenterologi, disfagisti) si coordinino tra di loro, si parlino per capire come affrontare i tanti piccoli e grandi problemi che ci troviamo ad affrontare, e non lascino i genitori soli a confrontarsi con gli specialisti e dover ogni volta ricominciare da capo. Questo non è un lusso, è un diritto e una buona pratica che serve a garantire cure più efficaci e a risparmiare tempo ed energie alle famiglie e ai pazienti. E’ stato anche concordato di organizzare due nuovi incontri tematici come quello di oggi tra medici e famiglie, su due temi di grande interesse: uno per parlare delle complicazioni respiratorie (tracheomalacie, infezioni respiratorie, etc) e uno incentrato sull’alimentazione, in cui coinvolgere nuovamente la disfagista insieme a nutrizionisti e psicologi, per capire quali cibi siano più indicati e come gestire al meglio la relazione con il cibo durante la crescita.

Speriamo di riuscire ad organizzare il prossimo incontro entro la fine del 2015.

Primo incontro medici-famiglie sull'atresia esofagea

Segnatevi la data e accorrete numerosi: Sabato 17 gennaio 2015 dalle ore 10.00 organizziamo insieme al Dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica il primo incontro tra medici, terapisti e famiglie per parlare di tutti i problemi piccoli e grandi che ci troviamo ad affrontare dopo la chirurgia e proseguiremo nel pomeriggio con l’assemblea nazionale dell’Associazione FATE.

Programma

“ATRESIA ESOFAGEA:

E DOPO LA CHIRURGIA? COME AFFRONTARE PICCOLI E GRANDI PROBLEMI”

ore 10 – 12.30

Aula Salviati, Padiglione Salviati, 3° piano

 Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sede del Gianicolo, Piazza Sant’Onofrio 4 – Roma

 

10.00     Introduzione di P. Bagolan,  Responsabile Dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

10.10     Il ruolo dell’Associazione FATE a supporto di famiglie e pazienti piccoli e grandi,  C.Duranti,          Presidente FATE

10.25     L’importanza del follow-up coordinato, A. Conforti,  Dipartimento di Neonatologia Medica e   Chirurgica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

10.40     L. Dall’Oglio, Responsabile dell’Unità di  Chirurgia Endoscopica Digestiva, introduce: “Due problemi    frequenti, dopo la chirurgia:

F.Torroni: Le stenosi esofagee

T.Caldaro: La malattia da reflusso gastroesofageo

11.00     A.Cerchiari: Disfagia orofaringea, atresia esofagea e la sua riabilitazione

11.15     Coversazione aperta: domande e risposte.

12.20     Conclusioni

12.40     Trasferimento (per chi fosse interessato) al 5° Piano del Parking “Terminal Gianicolo” ( 5 min a               piedi) per pranzo self-service e prosecuzione con l’ assemblea dell’Associazione F.AT.E

13.00 -14.00       Pranzo self-service Ristorante del Terminal Gianicolo (prezzo concordato 10 Euro)

14.30-16.30        Assemblea nazionale F.AT.E. per discutere i seguenti argomenti:

  • Resoconto attività 2012-2014;
  • Presentazione dei risultati della ricerca europea realizzata nel 2014 da EAT-Federazione europea delle associazioni di famiglie e pazienti con Atresia Esofagea. Il report, tradotto in italiano, sarà distribuito a tutti i partecipanti e successivamente messo a disposizione sil sito web;
  • Programmazione delle attività 2015 e incontro internazionale a Sidney 2016;
  • Approvazione rendiconti e programmazione;
  • Varie ed eventuali.

Per chi fosse interessato è disponibile il servizio di Ludoteca per i bambini al piano terra del Padiglione Salviati fino alle 12.30.

Abbiamo invitato i relatori a presentare in forma breve e interattiva con i partecipanti. Per questo chiediamo a tutti di inviarci all’indirizzo info@atresiaesofagea.it le vostre domande sul tema della nutrizione, in modo da poterle riassumere e presentare agli esperti in anticipo per dargli modo di preparare delle risposte utili a tutti.

La partecipazione è gratuita e non è necessario registrarsi, è gradita una conferma all’indirizzo email info@atresiaesofagea.it

Per chi volesse portare i bambini, sarà attivo il servizio delle Ludoteca dell’Ospedale fino alle 12.30.

Come raggiungere l’Ospedale e il Parking “Terminal Gianicolo”

Metropolitana 

Linea A: scendere fermata Lepanto.
Dalla fermata Lepanto prendere autobus ATAC 280 fino all’Ospedale Santo Spirito e poi Autobus ATAC 870 e scendere alla fermata Bambino Gesù.
Autobus ATAC 

Prendere le linee 40 e 64 dalla Stazione Termini fino al capolinea dell’autobus 870 (via Paola).
Prendere la linea 870 e scendere alla fermata Bambino Gesù.

Linea 115 da Trastevere (Lungotevere Anguillara, altezza Piazza G. Belli) e scendere alla fermata Bambino Gesù.
Linea 116 da Via Veneto (P.ta Pinciana) fino al Capolinea, all’interno del Terminal Gianicolo, proseguire a piedi per circa 200 metri, seguendo le indicazioni per l’Ospedale.
Automobile
Dal Grande Raccordo Anulare: uscita 1 Aurelia, direzione Centro.
Parcheggio Terminal Gianicolo (a pagamento)

La sosta nelle strisce blu di: Lungotevere in Sassia; via dei Penitenzieri; Borgo Santo Spirito (lato Ospedale); Passeggiata del Gianicolo (entrambi i lati); piazzale Giuseppe Garibaldi, è tariffata nei giorni feriali, dalle ore 8.00 alle ore 23.00 a 1 euro l’ora.

 

 

Vi racconto il mio incontro con l'Atresia Esofagea, da Matera fino a Rotterdam!

Sono nata affetta da atresia esofagea circa 27 anni fa, in un piccolo paese  nel cuore della Basilicata, vicino Matera. E da qui che è iniziato il mio lungo viaggio con l’Atrsia Esofagea che mi ha portato, grazie a FATE, fino a Rotterdam, nell’ottobre scorso  alla Conferenza Internazionale “Bridging the GAp”.

Ma andiamo con ordine. Appena nata sono stata trasportata a Bari dove, prima di entrare in sala operatoria, mio padre mi fece battezzare dandomi nome “Angelica”. I primi interventi sortirono  scarsi risultati e davano poche speranze di una vita normale. Fino a 2 anni e mezzo, sono stata nutrita con alimentazione artificiale. I miei genitori hanno girato tanti centri e ospedali, 30 anni fa l’atresia non era così conosciuta, e i casi di sopravvissuti in Italia erano pochi.

Se sono riuscita ad un certo punto ad cominciare a fare una vita “normale”, lo devo a Francesco Bergami, primario del Bambin Gesù di Roma. Egli consigliò alla mia famiglia di farmi crescere fino ad un peso di 12,5 kg, ideale per poter affrontare un lungo intervento di esofago- colon- plastica. Un neo esofago ricostruito con il mio colon, 10 ore di intervento, giorni di rianimazione, 3 mesi in ospedale, e finalmente, all’età di 3 anni circa, ho imparato a mangiare, a sentire i sapori, a star seduta con gli altri a tavola: insomma una gioia infinita.

Sono stata una bambina vivace e spericolata, un’adolescente ribelle e testarda, forse questo mi aiuta ad affrontare ogni sventura. Lo sport è stato per me una palestra di vita, mi ha insegnato ad acquisire maggiore consapevolezza della mia resistenza fisica, e maggiore forza di volontà. A 14 anni pero’ ho dovuto fermarmi per un attimo, spegnere le batterie, perché un fibroma osseo si stava espandendo dal femore destro. Diversi mesi di ospedale, vicina a Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, un lungo inverno a letto, niente scuola, niente sport, niente musica, pochi amici. Ma l’estate successiva, zoppicante, ho ripreso la corsa e sono ritornata alla vita di prima.

Ho avuto una vita al di sopra delle aspettative, ho frequentato l’Università prima a Modena e poi a Napoli, dove a marzo del 2014 mi sono specializzata, con un “doppio microfono”. Lo chiamo “microfono”, ma è un sondino naso gastrico. Purtroppo tra i 25 e i 26 anni, ho iniziato ad avere nuovamente problemi, non riuscivo più a mangiare normalmente, vomitavo la maggior parte dei cibi che ingerivo, e dopo diversi mesi ho scoperto che si trattava di una disfagia. Il mio neo esofago non funzionava più, era ridondante, pieno di curve e raccoglieva cibo all’altezza del petto, un transito lentissimo e faticoso, così vomitavo e perdevo peso.

In pochi mesi ho perso 12 kg, mi sono rivolta a tanti medici, pochi mi sapevano dare una spiegazione logica, finché non ho scritto una e-mail al Prof. Luigi Dall’Oglio responsabile oggi del Reparto di Chirurgia Endoscopica Digestiva del Bambin Gesù di Roma. Ho poi scoperto che Dall’Oglio era nell’equipe di Bergami quando fui operata da piccola, mi sono sentita al sicuro, e in me si sono accese nuove speranze. Ad aprile del 2013 ho messo un sondino naso gastrico, è stato difficile accettarlo, perdere nuovamente i sapori e smettere di mangiare, ma era l’unico modo per riacquistare le forze.

Sono ritornata a studiare, a fare gli esami, lo sport e la vita di sempre. Sono andata avanti un anno e mezzo alimentandomi così, mi sono laureata e ho atteso con ansia il giorno del mio intervento, il 26 maggio 2014. Ero consapevole che non sarebbe stato facile, ma non ho mai pensato di non potercela fare. Un mese durissimo, contornata da amorevoli cure al Bambin Gesù.

Qualcuno potrebbe pensare che sono un po’ sfortunata, ma non è così, l’ho capito trascorrendo 3 giorni bellissimi a Rotterdam, per la Terza Conferenza Internazionale sull’ Atresia Esofagea. Ho conosciuto tantissime persone speciali, unite dall’essere nate senza esofago o dall’essere vicini a persone nate senza esofago o altri organi. La Conferenza riuniva non solo Medici ed esperti INOEA (International Oesophageal Atresia Association) da ogni parte del mondo, anche tutte le associazioni riunite nella EAT (THE FEDERATION OF ESOPH-AGEAL ATRESIA AND TRACHEO-ESOPHAGEAL FISTULA).

L’associazione italiana FATE era presente con la sua presidente Cristina Duranti e il socio Bernhard Warner, che mi hanno invitata con loro a partecipare per portare la mia testimonianza. Sono stata molto onorata, perché alla Conferenza era presente colui il quale mi ha ridato nuovamente il sorriso: il Prof. Dall’Oglio.

Per me, è stata un’occasione per conoscere meglio la mia patologia, comprendere anche l’aspetto scientifico, e soprattutto quello sociale, di condivisione con altre persone che sono affette come me dagli stessi disagi, problematiche, e piene di spirito, accumunate tutte da una grande forza di volontà. Per la prima volta ho avuto modo di confrontarmi con esperienze simili alla mia, dal momento che per tanti anni ho vissuto nell’isolamento e nell’ignoranza più totale, che questa malattia potesse ripresentarsi anche in età adulta.

Uno degli obiettivi della Conferenza, era infatti, quello di cercare di colmare quel gap tra medici e pazienti per garantire anche una continuità di cura e miglioramento della qualità di vita di questi bambini in età adulta. In Italia, e soprattutto nel Sud Italia, siamo molto sfortunati, perché non sempre siamo indirizzati verso cure e strutture adeguate, ci si scontra spesso con la non conoscenza e l’indifferenza, e anche le famiglie si trovano sole e disperate a dover affrontare tante difficoltà.

Ringrazio con tutto il cuore il mio amico Marco per avermi indirizzata da Dall’Oglio, e Cristina Duranti per aver fondato questa associazione che sostiene, guida e aiuta i bambini e le loro famiglie a superare con più facilità i numerosi ostacoli che questo percorso comporta. Sono stata molto fortunata, perché un Ospedale Pediatrico ha garantito nuovamente una risoluzione al mio problema, e la Conferenza mi ha aperto a nuove conoscenze scientifiche, buone pratiche da seguire affinché la qualità della mia vita si avvicini sempre più alla normalità.

E’ stato fantastico partecipare e conoscere tutte queste persone speciali, penso che “nella sfortuna spesso ci può ritenere anche molto fortunati”!

 

 

Animazioni in 3D per spiegare l’Atresia Esofagea

Ecco i nuovi video realizzati da LabCreation di Mesagne in collaborazione con il Dott. Dall’Oglio e Bagolan del Bambin Gesù di Roma per spiegare come si presenta la patologia e come funzionano le tecniche più comuni di trattamento chirurgico.

 





3° Conferenza di Rotterdam 2014: Abbiamo chiuso il Gap?

Venerdì 3 ottobre si è conclusa la 3° Conferenza Internazionale sull’Atresia Esofagea che aveva come titolo: Bridging the Gap, ovvero colmare quella distanza fisica tra i monconi di esofago con cui nascono i nostri bambini, attraverso interventi  sempre più sofisticati, ma anche quella metaforica tra medici, pazienti e terapisti che, oltre la chirurgia, possano garantire la qualità della vita dei pazienti e delle famiglie.  Scopo raggiunto? La strada è sicuramente ancora molto lunga, abbiamo potuto, ancora una volta, constatare che non c’è consenso nella comunità medico-scientifica su definizioni e tecniche chirurgiche, ma abbiamo registrato due elementi molto incoraggianti: il primo è la volontà di questa comunità medica di condividere informazioni e buone pratiche e, finalmente, arrivare a definire dei protocolli e manuali per la gestione di alcuni degli aspetti più critici della patologia. La rete di esperti INOEA (International Oesophageal Atresia Association) si è ormai consolidata e ha preso l’impegno di produrre entro la prossima conferenza un manuale di buone pratiche sulla gestione delle problematiche gastroenterologiche e una definizione condivisa di Long Gap (finalmente!). Alla Conferenza di Sidney nel settembre 2016, dovremmo vedere i risultati di questi sforzi.

Il secondo elemento incoraggiante, è il rafforzamento del ruolo delle associazioni di famiglie e pazienti. La ricerca presentata dal gruppo Europeo EAT, di cui facciamo parte anche noi, è stata molto ben accolta, con oltre 1000 risposte è stata quella di gran lunga meglio documentata di tutta la Conferenza. Se ne evince che il focus dell’attenzione della comunità medica deve spostarsi di più sulle cure di lungo termine e sull’integrazione tra varie specialità per garantire prevenzione e cure efficaci. Mentre infatti la maggior parte di coloro che hanno risposto sono abbastanza soddisfatti delle cure ricevute alla nascita, il follow-up  è un tasto dolente in tutti i paesi europei e questo influisce molto sulla qualità della vita.

Qui trovate un ottima sintesi in Storify delle presentazioni del primo e secondo giorno.

La nostra delegazione ha presentato durante i break le video animazioni in 3D realizzate dal LabCreation di Mesagne su: Misurazione del Long Gap, Plastica Anti-reflusso secondo Nissen, Riparazione dell’Atresia di Tipo C (fistola distale), Riparazione dell’Atresia di Tipo B (fistola prossimale), Dilatazione delle stenosi con sonda Savary, Dilatazione delle stenosi con palloncino. I video hanno riscosso un ottimo successo e saranno utilizzati da medici e altri operatori per spiegare meglio la patologia e i trattamenti chirurgici ai pazienti e alle famiglie.