Passare i primi giorni della vita del vostro bambino in un reparto di Terapia Intensiva o di Chirurgia Neonatale non è sicuramente ciò che vi immaginavate quando pensavate l’arrivo di vostro figlio.
Questi giorni, spesso settimane sono una dura prova per i genitori e per il bambino.
La maggior parte di noi arriva a questo momento completamente impreparata e disorientata. In questa sezione vogliamo condividere le esperienze ed informazioni per aiutarvi in questo percorso.
Parto e ricovero
Nella pancia della mamma il feto affetto da AE non ha problemi particolari, tramite la circolazione sanguigna materna riceve tutto il nutrimento necessario per crescere e ha quindi una capacità di sviluppo normale. La decisione importante da prendere riguarda l’ospedale in cui partorire, che dovrebbe essere di 3° livello cioè con a disposizione internamente (o nelle immediate vicinanze) un reparto di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e di Chirurgia Neonatale.
Se non ci sono controindicazioni specifiche, è consigliato far nascere il bambino con parto vaginale. Al di là degli aspetti medici, questa è una scelta importantissima che permette di stabilire un profondo legame fisico ed emotivo tra mamma e bambino. Lo stesso vale per la conservazione del latte materno. Con il supporto adeguato dei familiari e delle ostetriche è possibile tirare il latte già dal primo giorno dopo il parto e il valore di questo gesto sarà inestimabile sia per rassicurare i genitori sia per la salute del bambino, poiché è scientificamente provato che il latte materno potenzia le difese immunitarie ed è un veicolo insostituibile per far arrivare al bambino un concreto messaggio d’amore.
Il ricovero e le possibili complicazioni post-operatorie
Subito dopo la nascita è proposto l’intervento che quasi mai riveste caratteristiche di emergenza (necessità di essere effettuato nell’immediato) ma eventualmente di urgenza (possibiltà di attesa di 24h-48h). Appena terminato l’intervento i bambini operati di AE vengono accolti in Terapia Intensiva Neonatale ( TIN ) fin quando la loro situazione non si sarà stabilizzata. I primi giorni possono o meno essere sedati profondamente, a volte anche curarizzati (una forma di paralisi muscolare farmacologica che provoca immobilità) per evitare di strappare l’ anastomosi appena confezionata.. Dopo circa 6-7 giorni faranno un esame radiologico per verificare come “funziona” ’anastomosi. Se non ci sono complicazioni nel giro di una settimana il bambino verrà trasferito nel reparto di degenza. Questi tempi dipendono naturalmente da molti fattori, non solo la lunghezza del “gap” e la difficoltà dell’intervento ma anche le condizioni cliniche generali del bambino (peso, età gestazionale, complicanze cardiologiche o infettive ecc.).
Ricovero
Passare i primi giorni della vita del vostro bambino in un reparto di Terapia Intensiva o di Chirurgia Neonatale non è sicuramente ciò che vi immaginavate quando pensavate l’arrivo di vostro figlio.
Questi giorni, spesso settimane sono una dura prova per i genitori e per il bambino.
La maggior parte di noi arriva a questo momento completamente impreparata e disorientata. In questa sezione vogliamo condividere le esperienze ed informazioni per aiutarvi in questo percorso.
Parto e ricovero
Nella pancia della mamma il feto affetto da AE non ha problemi particolari, tramite la circolazione sanguigna materna riceve tutto il nutrimento necessario per crescere e ha quindi una capacità di sviluppo normale. La decisione importante da prendere riguarda l’ospedale in cui partorire, che dovrebbe essere di 3° livello cioè con a disposizione internamente (o nelle immediate vicinanze) un reparto di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e di Chirurgia Neonatale.
Se non ci sono controindicazioni specifiche, è consigliato far nascere il bambino con parto vaginale. Al di là degli aspetti medici, questa è una scelta importantissima che permette di stabilire un profondo legame fisico ed emotivo tra mamma e bambino. Lo stesso vale per la conservazione del latte materno. Con il supporto adeguato dei familiari e delle ostetriche è possibile tirare il latte già dal primo giorno dopo il parto e il valore di questo gesto sarà inestimabile sia per rassicurare i genitori sia per la salute del bambino, poiché è scientificamente provato che il latte materno potenzia le difese immunitarie ed è un veicolo insostituibile per far arrivare al bambino un concreto messaggio d’amore.
Il ricovero e le possibili complicazioni post-operatorie
Subito dopo la nascita è proposto l’intervento che quasi mai riveste caratteristiche di emergenza (necessità di essere effettuato nell’immediato) ma eventualmente di urgenza (possibiltà di attesa di 24h-48h). Appena terminato l’intervento i bambini operati di AE vengono accolti in Terapia Intensiva Neonatale ( TIN ) fin quando la loro situazione non si sarà stabilizzata. I primi giorni possono o meno essere sedati profondamente, a volte anche curarizzati (una forma di paralisi muscolare farmacologica che provoca immobilità) per evitare di strappare l’ anastomosi appena confezionata.. Dopo circa 6-7 giorni faranno un esame radiologico per verificare come “funziona” ’anastomosi. Se non ci sono complicazioni nel giro di una settimana il bambino verrà trasferito nel reparto di degenza. Questi tempi dipendono naturalmente da molti fattori, non solo la lunghezza del “gap” e la difficoltà dell’intervento ma anche le condizioni cliniche generali del bambino (peso, età gestazionale, complicanze cardiologiche o infettive ecc.).
In questa presentazione del Dott. Sebastiano Cacciaguerra vengono illustrate le tappe fondamentali del periodo post-operatorio.
keyhealthplan.com
Info
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